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Matinée con le scuole

Matinée con le scuole

Recensioni di alcuni studenti dell’IIS Roncalli che hanno partecipato il 27 febbraio al Politeama alla visione dei due film “Il senso della bellezza” e “L’uomo che vide l’infinito”.


Il giorno 27 Febbraio abbiamo partecipato ad un’ iniziativa della scuola scuola superiore Roncalli Sarrocchi di Poggibonsi riguardante la visione di due film,’Il senso della bellezza’ e ‘L’uomo che vide l’infinito’, che parlano della scienza e del suo legame con la bellezza.

Entrambe le visioni sono state molto interessanti e stimolanti. In particolar modo la prima è stata motivo di grosso spunto di riflessione riguardo l’importanza della ricerca da parte della scienza per poter rispondere, prima o poi, alle grandi domande che l’uomo si è sempre posto. C’è un luogo nel nostro pianeta che riunisce i più grandi ricercatori, che sono tutti accumunati da una stessa caratteristica, l’amore per la conoscenza. Il luogo in questione è il CERN, che in questo film/documentario costituisce il set cinematografico, qui cercano di analizzare le interazioni fra le particelle che si scontrano fra loro alla velocità della luce riproducendo un Big Bang in miniatura, cercando di capire come si è formata la materia che costituisce tutta la nostra realtà. Attraverso varie interviste fatte ai ricercatori notiamo come tutti ritengano ci sia uno stretto legame fra scienza e bellezza. Ma che cos’è la bellezza? “Non c’è una definizione matematica di bellezza però la vedi quando la incontri”. Spesso la bellezza è accumunata a un senso di ricorrenza, di simmetria, che in ambito scientifico vuol dire trovare dell’ordine all’interno del caos. Questo è stato un punto fortemente rimarcato dal documentario. Se noi, per esempio, provassimo a osservare  i piccoli dettagli della natura noteremo sempre la presenza di un’ordine simmetrico e matematico, le ali degli insetti perfettamente simmetriche, oppure il numero dei petali dei fiori che rispettano la successione di Fibonacci e molti altri esempi. La bellezza inoltre ha anche un altro importante scopo per i ricercatori scientifici. Quando questi cercano di trovare una nuova formula che spieghi un determinato fenomeno il primo modo per vedere se essa è giusta o meno è analizzarla del punto di vista estetico, infatti una formula esteticamente più bella sarà più probabilmente corretta rispetto ad un’altra ritenuta più brutta.

Il discorso della bellezza ci ricollega alla seconda visione che parla della vita di uno dei più grandi matematici di tutti i tempi, Ramanujan, che purtroppo non ha vissuto troppo a lungo a causa di una morte precoce, provocata dalla malattia infettiva di tubercolosi, all’ età di 33 anni. In una delle prime scene del film si vede come il protagonista provi a spiegare alla sua compagna la grande passione che ha nei confronti  della matematica e il suo legame con la natura, “c’è uno schema in ogni cosa, il colore nella luce, i riflessi sull’ acqua; nella matematica questi schemi si rivelano nella più incredibile delle forme, è davvero bellissimo.” E’ interessante inoltre come gli stessi docenti di Cambridge, Hardy e Littlewood, mostrino grande stupore e passione nel leggere le scoperte di Ramanujan, come se avessero di fronte un’ opera d’arte, a spiegare il fatto di come per gli studiosi la scienza e la matematica siano strettamente legate alla bellezza. Infine un altro punto in comune con il primo documentario è la costante ricerca dei matematici, o in generale dei ricercatori, della perfezione e dell’ordine. Lo stesso Hardy nel suo discorso rivolto alla commissione della Royal Society, per far eleggere il protagonista, concluse:” Siamo semplici esploratori dell’infinito alla ricerca della perfezione assoluta”.

Leonardo Ludergnani 5°A L.S.A


Che cosa è veramente la bellezza? Dove si può trovare? È qualcosa di soggettivo o qualcosa di oggettivo? I ragazzi del triennio dei corsi A e B del liceo scienze applicate del I.I.S. Roncalli hanno cercato delle risposte a queste domande partecipando alla visione di due pellicole: il documentario “Il senso della bellezza” di V. Jalongo e “L’uomo che vide l’infinito” di M. Brown.

Fin dai primi studi della storia della filosofia si considera la bellezza come pura e semplice contemplazione totalmente disinteressata dell’arte. Con questa definizione però abbiamo sempre ridotto il suo potere e limitato il suo raggio d’azione.

Il documentario ha mostrato come la bellezza sia una qualità intrinseca all’interno di ogni cosa. Come essa sia presente nella natura incontaminata attraverso l’unione dell’ordine e del caos, di simmetria e asimmetria e allo stesso tempo sia presente all’interno di un istituto di ricerca.

La bellezza genera all’interno di chi l’ammira armonia, serenità ed incanto. Alcuni ricercatori hanno evidenziato anche il suo carattere universale dicendo che è impossibile non accorgersi di essere in presenza di qualcosa di bello. Una particolarità del documentario era che all’interno erano state inserite interviste  di scienziati e anche a di artisti; quando essi rispondevano alle medesime domande era molto difficile indovinare senza leggere se la persona intervistata apparteneva all’una o all’altra categoria.  Forse perché entrambi lavorano con strumenti e oggetti che servono per svelare e capire ciò che sta dietro a qualcosa che appare inizialmente incomprensibile. Non caso nella pellicola era presente l’arte più difficile da comprendere: quella moderna. Ciò che di solito si cela dietro a un’opera d’arte è un’emozione, uno stato d’animo. Mentre nel caso della scienza ciò che sta dietro è una nuova teoria o legge che governa il mondo. Esse son lì davanti ai nostri occhi, ma non sempre le vediamo. La cosa più suggestiva di tutto il documentario è stata l’analogia  delle particelle con le ballerine. Entrambe una volta in movimento erano pura e semplice energia. Filo conduttore tra il film e il documentario è la bellezza. La ricerca di  tale concetto si fa più difficile nel film. La pellicola narra la storia della vita del matematico Srinivasa Ramanujan. Trovare la bellezza all’interno di questo film non è affatto semplice. La Matematica è protagonista indiscussa del lungometraggio. Ramanujan infatti grazie al linguaggio universale di tale disciplina riuscirà a comunicare con persone diametralmente opposte a lui. Inoltre attraverso accurate e  minuziose  dimostrazioni matematiche Ramanujan riuscirà a concretizzare e a rendere credibili le proprie teorie. Materia molto temuta fin dalla tenera età tra i banchi di scuola, in questo film si mostra attraverso la sua disarmante bellezza.

In conclusione tale esperienza ha creato un momento di riflessione e dialogo tra studenti e professori su un concetto estremante significativo in un luogo dove la bellezza regna sovrana e ci cattura ogni volta  tra  suoni e immagini.

Daniela De Angelis 5 A l.s.a.


 

SCHEDA FILM

Regia: Matt Brown

con Dev Patel, Jeremy Irons, Devika Bhise

Gran Bretagna 2015 – 108′ – Biografico, Drammatico

1913. Srinivasa Ramanujan è un ragazzo indiano, genio della matematica e autodidatta, che arriva al Trinity College di Cambridge, dove stringe un forte legame con il suo mentore, l’eccentrico professore G.H. Hardy, che si batterà per fargli avere universalmente i giusti riconoscimenti. Questa è la storia di una amicizia vera, che ha cambiato per sempre il mondo della matematica.

 


SCHEDA FILM

Regia: Valerio Jalongo

Svizzera, Italia – 2017 – 75′ – Documentario

Quattro anni dopo la sensazionale scoperta del “Bosone di Higgs”, il CERN è alla vigilia di un nuovo, eccezionale esperimento. L’esperimento è insieme un viaggio nel tempo più lontano e nello spazio più piccolo che possiamo immaginare. Così, l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo schiudono le porte di un territorio invisibile, dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Tra scienziati che hanno perso l’immagine della Natura, e artisti che hanno smarrito la tradizionale idea di bellezza, attraverso macchinari che assomigliano a opere d’arte e istallazioni artistiche che assomigliano ad esperimenti, emerge un ritratto di attività scientifiche e artistiche come indagine, come immaginazione, come autentico esercizio di libertà. Mentre il nuovo esperimento del CERN procede nella sua esplorazione della misteriosa energia che anima l’universo, scienziati e artisti ci guidano verso quella linea d’ombra in cui scienza e arte, in modi diversi, inseguono verità e bellezza. Tra queste donne e questi uomini alcuni credono in dio, altri credono solo negli esperimenti e nel dubbio. Ma nella loro ricerca della verità, tutti loro sono in ascolto di un elusivo sesto, o settimo, senso… il senso della bellezza.

 

 

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